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L’asciugatura dei tessuti è normalmente richiesta dopo lavorazioni a umido (lavaggio, candeggio, tintura,
stampa, impregnazione con soluzioni chimiche, apprettatura ecc.). Nella macchina denominata
ramosa o rameuse si effettua investendo la pezza con un flusso di aria calda.
Le ramose piane sono meno efficaci e si impiegano su tessuti leggeri e a maglia, quelle a più percorsi
orizzontali, con ingresso in alto e uscita in basso dallo stesso lato, sono preferite per tessuti
di laneria e drapperia in genere.
Per il riscaldamento dell’aria possono essere impiegati vapore, olio diatermico e combustione
diretta di gas. Gli ultimi due sistemi sono indispensabili in presenza di una sezione per il termofissaggio
nella quale si devono raggiungere temperature molto elevate.
Il tessuto circola sui vari piani della macchina (quattro o più, a seconda della capienza) tramite due
catene continue (vedi figura A, punto 1), sulle maglie delle quali sono poste piastrine metalliche con
spilli di acciaio inox sulle quali vengono appuntate le cimosse tenute spianate da due o tre cilindretti
svolgicimosse, comandati autonomamente. All’esterno della macchina sono posti due bracci (fig.
A, 2) – entro i quali scorrono le catene continue – muniti di tastatori elettronici per garantire il corretto
posizionamento di spilli e cimosse, che, una volta appuntati, sostengono lo sforzo di allargatura
del tessuto.
Il tessuto passa tra due pulegge sovrapposte per parte (fig. A, 3) che lo spingono consentendo di
sovralimentarlo rispetto al cammino delle catene per ottenere, se necessario, un rientro maggiore nel
senso della lunghezza. Una spazzola (fig. A, 4) costringe con il proprio peso il tessuto a farsi penetrare
profondamente dagli spilli, in modo che la ventilazione non ne provochi il distacco ed il conseguente
arresto automatico della macchina. Prima degli svolgicimosse è posta una spazzola vellutatrice
(fig. A, 5), che liscia e parallelizza le fibre, quasi sempre preceduta da un apparecchio raddrizzatrama
(fig. A, 6) che garantisce trame a diritto filo e disegni ben quadrati.
Il tessuto scende all’interno della camera di asciugatura dall’alto ed esce in basso, asciutto e raffreddato
da un cilindro forato (fig. A, 7) corredato di aspiratore, pronto ad essere affaldato o arrullato
a seconda delle esigenze.
Radiatori alettati posti alle pareti in ciascuna delle due semi sezioni verticali (fig. A, 8) generano il
calore necessario e due ventilatori e alcuni soffiatori (fig. A, 9) convogliano l’aria sulla pezza, nella
prima semi sezione (fig. A, a), dal basso verso l’alto e nella seconda semi sezione (fig. A, b), dall’alto
verso il basso, per ottenere una perfetta asciugatura su tutta l’altezza del tessuto.
L’aria calda, satura dell’umidità del tessuto, viene fatta uscire tramite appositi condotti aspiranti (fig.
A, 10) muniti di valvole regolabili, mentre pannelli termoisolanti sulla superficie della macchina evitano
dispersione di calore.
In fondo alle guide di scorrimento, i due ingranaggi trainanti le catene sono collegati in parallelo da
un albero rivestito da un cilindro a tre elementi periscopici (fig. A, 11), che varia l’ampiezza del
campo di lavoro.
La macchina può avere sistemi automatici che impostano la velocità ottimale, in base all’umidità delle
pezze.
Alcuni tipi di tessuti devono essere bagnati o devono essere imbevuti con determinati prodotti
prima di essere asciugati. Per questo motivo viene montato uno spremitore (foulard) all’ingresso
della ramosa.
La qualità della lavorazione dipende dal caricamento delle pezze sulla macchina e dalla corretta
programmazione attraverso il quadro comandi. Il ramosaio deve:
cucire le pezze in testa-coda e posizionarle al centro della macchina;
assicurarsi che la pezza si presenti all’ingresso in diritto filo, anche col dispositivo raddrizzatrama;
assicurarsi che la differenza di altezza fra il tessuto bagnato e asciutto non sia eccessiva, tale
da provocare la rottura del tessuto alle cimosse e l’arresto della macchina.
In tal caso occorre lasciar raffreddare la ramosa a più piani per entrarvi ed eliminare il tessuto incastrato
su guida della catena e altri organi;
evitare che l’altezza delle pezze umide in entrata sia troppo superiore all’altezza di asciugatura
in questo caso l’azione dei ventilatori può distaccare le cimosse dalle punte della catena
(ove non esistano pinze di fermata);
assicurarsi, all’uscita del tessuto che il tessuto non sia troppo secco né ancora umido;
verificare la lubrificazione della catena e il regolare funzionamento dei ventilatori e dell’esaustore
(quest’ultimo per evitare gocciolature di condensa sulla stoffa e conseguenti macchie).
Tessuto in uscita troppo secco o ancora umido, può causare difetti nei successivi finissaggi.
Rotture o strappi in prossimità delle cimosse.
Macchie di condensa o di olio per peluria imbevuta dall’olio lubrificante la catena.
Mancanza del diritto filo sul tessuto.
Rigature orizzontali a distanze regolari, per eccessiva permanenza della pezza sulla macchina
a contatto con i cilindri periscopici.
Asciugatura non uniforme fra il centro e i lati della pezza.
Il ramosaio deve organizzare e gestire il lavoro per ottimizzare la produzione sia in termini di qualità che di quantità di tessuto lavorato.
In particolare deve controllare il corretto funzionamento della macchina, eseguire la manutenzione giornaliera ed effettuare, a macchina fredda (di solito il lunedì), un’accuratissima pulizia settimanale.
Dopo la vendita dei macchinari ti assistiamo anche nella logistica e se voluto dal cliente abbiamo tecnici capaci di rimontare e avviare i macchinari.
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Biscotto | Durata | Descrizione |
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