La Stricatura Pag.44

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Scopo della lavorazione

La stricatura lavora su fibre precedentemente sollevate con il processo di garzatura e gli conferisce
un aspetto ondulato e definitivo. Si effettua su pezze precedentemente sbagnate con acqua, utilizzando
cardi vegetali, preferibilmente già usati, in modo che abbiano minore forza garzante ma
punte ancora elastiche.

Tecnologia della lavorazione

Le macchine che svolgono questa lavorazione possono essere di due tipi.
Il tipo più semplice prevede un solo contatto del tessuto con
i cardi (vedi figura A). Il tessuto, costantemente bagnato, passando nella vaschetta sottostante (fig. A, punto 1), viene alternativamente avvolto su due rulli posti uno sotto (fig. A, 2) e l’altro sopra (fig. A, 3)
il tamburo (fig. A, 4) che porta i “ferri” (fig. B). Ciascun ferro è costituito da un telarino rettangolare nel quale sono stabilmente incastrati i cardi vegetali. L’azione del tamburo è sempre nello stesso senso,
perché la sua velocità è molto superiore a quella del tessuto.
A trattamento terminato, il tessuto viene avvolto su un rullo esterno alla macchina (fig. A, 5).

 

L’altra macchina (fig. C), più produttiva della precedente, prevede più punti di contatto della stoffa sui cardi posti comunque su un unico tamburo. Il tessuto da sottoporre a questa lavorazione passa, in una vasca (fig. C, 1), dove si impregna di acqua a temperatura ambiente o, in alcuni casi, a 50°C nella quale possono essere disciolti prodotti ausiliari; fra dei cilindri tenditori (fig. C, 2), scorre sul tamburo (fig. C, 3) ove avvengono i contatti con i cardi.
Quattro coppie di cilindri (fig. C, 4), posti sopra al tamburo, avvicinandosi a questo,
aumentano la zona di contatto tra cardi e stoffa mentre quando si allontanano tale zona diminuisce fino a scomparire.
La pezza stricata passa quindi in una vaschetta (fig. C, 5), impregnandosi ancora di acqua; viene poi arrotolata e rimane in questo stato per un periodo di 24 ore, sempre in movimento, per ottenere una migliore fissazione e lucentezza del pelo.

Esecuzione della lavorazione

Sono evidenti le analogie della macchina e dei princìpi con il garzo vegetale; per tale motivo il comportamento
dell’operatore è del tutto simile a quello adottato per la garzatura vegetale alla quale
si rimanda.
L’unica differenza sostanziale è che nel garzo vegetale si ha un movimento rotatorio sia del tamburo
che dei cardi disposti obliquamente, mentre nella stricatrice si ha un movimento rotatorio del
tamburo con i cardi che sono in posizione orizzontale e fissi.

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